I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya circa duemila
anni prima della scoperta dell’America. Il frutto di tale pianta era considerato talmente prezioso che era utilizzato anche come moneta presso la popolazione Maya, oltre che come
bevanda (lo “xocolate”) tonificante, molto aromatica ed un po’ amarognola.
La bevanda si otteneva facendo tostare le fave e macinandole. Si otteneva così una pasta di cacao alla quale aggiungere della vaniglia, della cannella ed infine dell’acqua. Dai Maya la cultura del cacao si diffuse in tutto il centro-America tramite i Tolteci e successivamente gli Aztechi. A quei tempi uno schiavo valeva cento fave. I differenti colori delle fave, in funzione della qualità del cacao, conferivano un diverso valore economico al prodotto. Proprio per questo già all’epoca esistevano i falsari che tingevano le fave per alterarne il valore commerciale. Fu Hernando Cortez nel ‘500 il primo navigatore a portare il cacao alla corte di Carlo V di Spagna.
La pianta di cacao è molto sensibile alle variazioni climatiche, ed anche al giorno d’oggi la
coltivazione è ristretta alla fascia equatoriale; i principali produttori si trovano nel Centro-Sud America ( Salvador, Guatemala, Colombia, Ecuador, Brasile ) ed in Africa
occidentale ( Ghana, Costa d’Avorio, Camerun, Nigeria ). |